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Non sono quella che napoletani (e affini) definirebbero una scassambrella, ma quando ce vo’, ce vo’.

Ieri era il 21 ottobre 2015. «E ‘mbe’?» vi starete chiedendo. Come e ‘mbe’? Ieri era la fantomatica data in cui in Ritorno al futuro II i protagonisti,  Doc (al secolo Christopher Lloyd), Marty (al secolo Micheal J. Fox) e Jennifer (al secolo Elisabeth Shue), arrivano – appunto – nel futuro. Poco male, se non fosse che si è scatenata una baraonda di improbabili nostalgici che ha invaso le bacheche di qualsiasi social network. Non fraintendetemi, non ho nulla contro la saga di Ritorno al Futuro, anzi l’ho pure vista – e anche con piacere – durante le sonnacchiose vacanze ai tempi delle scuole superiori (però – scusate – io sono sempre stata fan de La storia infinita, non me ne vogliano i futuribili… futurandi… futuristi… insomma, i fan di Ritorno al futuro). Ci sono persone, fra cui molti blogger che seguo, che so essere degli estimatori seri della saga tanto da parlarne di continuo con riferimenti o altro, e loro hanno tutto il mio rispetto. Chi non gode di una buona opinione da parte mia sono i fan last-minute… e, ok… ci sta che uno non conoscesse la saga e se ne appassiona adesso, non dico di no. Mi rifiuto di credere, però, che tutti si siano sinceramente appassionati casualmente ieri! Chi mi sta sulle palle (scusate il francesismo) è tutta quella gente – e ce n’è che conosco anche personalmente – che non se n’è mai fregata nulla e da ieri è diventata ritornoalfuturoesperta per il puro gusto di far parte di un tutto; per il puro gusto di sentirsi cool cavalcando l’onda del giorno, ignorata fino a un minuto prima, e di cui, domani (ed è qui la cosa grave), non avrà memoria. Però – c’è un però ed è fondamentale – ha detto la sua!

Perdonate lo sfogo, ma preferisco l’ignoranza e il silenzio fuori dal coro alla simbiotica necessità di massificazione.